Ben ritrovati al secondo appuntamento con la prima rubrica ufficiale di questo blog, nella quale vi accompagnerò, insieme al buon Giaggiu (YouTube, Twitch), alla scoperta delle più brillanti menti creative dietro la realizzazione di Fate/Grand Order – Absolute Demonic Front: Babylonia. Nel primo episodio di questa rubrica abbiamo dato uno sguardo al regista della serie, il giovane e talentuoso Toshifumi Akai, e a chi ha saputo rendere brillantemente la sua visione incentrata sulla spaziosità e vastità, Isao Hayashi. A ‘sto giro è il turno dell’unica e inimitabile Dea dell’animazione giapponese: Megumi Kouno!
Se siete tra gli innumerevoli fan della bellissima Ishtar e siete rimasti positivamente colpiti dalla sua meravigliosa “versione animata”, allora sappiate che una buona fetta del merito è della protagonista di oggi, la divina Megumi Kouno. Già nell’episodio precedente abbiamo avuto modo di effettuare qualche collegamento tra “Fate Babylonia” e l’adattamento animato di “The Idolm@ster”, ma questa volta parleremo di quella che è stata una delle figure più importanti per la nostra importantissima ed adorabilissima serie sulle Idol.
Se infatti la brillante animatrice si è formata alla corte dello studio Doga Kobo prima e a quella della Gainax poi, il suo stile dettagliatissimo e spaventosamente espressivo ha iniziato a conquistare i cuori dei fan degli anime proprio con le sue spettacolari scene di ballo in “The Idolm@ster”, serie in cui ha lavorato fianco a fianco con i protagonisti dell’episodio precedente di questa rubrica, Toshifumi Akai e Isao Hayashi.
Grazie al suo incredibile talento nell’infondere così tanta personalità nei movimenti dei personaggi e alla sua bravura nel ritrarre il movimento dei capelli (hair animation), Megumi Kouno si è dimostrata il vero e proprio asso nella manica a cui Atsushi Nishigori, regista dell’anime, ha fatto affidamento per evitare di dover ricorrere alla Computer Grafica durante le svariate performance musicali. La stessa CG che ha trasformato in un vero incubo alcune scene di anime simili come Love Live!, Aikatsu e Zombieland Saga. Parliamo di un’artista che viene veramente da un altro pianeta, perché i suoi cut sono troppo sublimi per poter appartenere a questo mondo.
Non soltanto la fluidità e il timing dell’animazione sono sempre perfetti, ma la cosa più bella delle sue scene è che i personaggi rappresentati sprizzano vitalità ad ogni movimento. Nonostante i design siano ricchi di dettagli, l’animatrice riesce a farli muovere talmente bene che sembra quasi di assistere ad una performance dal vivo di una vera idol unit. Inoltre, attraverso il linguaggio del corpo e la pregiata character animation, le sue scene riescono anche a dar forma in maniera visuale alla personalità e alle emozioni dei personaggi.
Infatti Megumi Kouno è anche una vera e propria regina dell’espressività, guardare le sue scene in Love Lab per credere. E così, fra balletti mozzafiato e scene pregne di personalità e di soffici capelli meravigliosamente animati, la fama della geniale animatrice si è diffusa in tutto il mondo, e i suoi bellissimi disegni hanno fatto innamorare anche Porter Robinson, un produttore musicale che ha richiesto espressamente la Kouno per la realizzazione del video di un suo singolo, minacciando di arrivare ad annullarne la produzione se lei non avesse partecipato.
Nasceva così Shelter, la perla prodotta dalla A-1 Pictures e diretta dal nostro caro Toshifumi Akai. Vedete come tutto si collega? The Idolm@ster, A-1 Pictures, Shelter, Akai, Hayashi, Kouno. Coincidenze? Io non credo. Ecco, Shelter è stato una vera e propria vetrina delle qualità che Akai e Kouno hanno da offrire allo spettatore quando lavorano insieme. Da una parte, il nostro regista ha creato un mondo che, attraverso una vasta gamma di ambientazioni pittoresche ma desolanti, riprese con inquadrature opprimenti grazie a tanti campi lunghi, esalta la rappresentazione della solitudine che accompagna la protagonista Rin in un mondo in cui è libera di fare ciò che vuole, ma in cui esiste soltanto lei.
Dall’altra, il graziosissimo nonché dettagliatissimo character design della Kouno, assieme alla propensione naturale dell’animatrice ad infondere vita ai personaggi tramite un character acting vivace ed esuberante, hanno reso Rin una delle cosine più preziose dell’universo. I due, insieme, hanno dato forma alla triste storia della ragazzina, avvicinandola allo spettatore servendosi della loro abilità nell’evocare sentimenti attraverso piccoli, semplici dettagli. E concluderei questa divagazione facendovi notare che la nostra dea si è occupata completamente da sola dell’intera key animation del corto.
Insomma, avrete capito che stiamo parlando di una star indiscussa all’interno del panorama, una figura in grado di rendere possibile qualsiasi cosa con le sue matite, e che non a caso ha finito col ricoprire un ruolo importantissimo in Fate Babylonia. E non soltanto perché è stata lei ad elaborare i design delle varie creature presenti nella serie, ma perché con l’esperienza ed il talento che la caratterizzano ha contribuito alla produzione in tanti modi diversi, innalzando in maniera decisamente significativa la qualità generale dell’adattamento. Ma non sorprendetevi se non siete riusciti a notare la sua presenza nella serie, perché l’artista ha ricoperto per la maggior parte dei casi ruoli che spesso passano inosservati tra le fila del pubblico meno allenato a cogliere certi particolari.
Facciamo riferimento ai diversi ruoli di supervisione delle animazioni, come quello dell’animation director o del chief animation director. Per chi non fosse familiare con questi ruoli, si parla principalmente di figure che correggono le animazioni chiave per evitare possibili errori, per conferire maggiore omogeneità al risultato finale e/o per innalzarne la qualità quando necessario. Per la natura stessa dell’industria, avviene spesso che a lavorare alle animazioni siano tanti artisti diversi con stili unici e peculiari, e per questo, a meno che non si voglia intenzionalmente lasciarne la traccia, è importante riuscire a mantenere la fedeltà ai design costruiti per la serie, e i supervisori delle animazioni si incaricano proprio di questo.
Insomma, in soldoni, la loro è una figura che si incarica di dare consistenza alla produzione e far sì che, negli episodi di cui si occupa, non ci siano errori, per quanto ovviamente consentito dalle tempistiche di produzione e dall’andamento della schedule. E per via dell’enorme responsabilità che grava su di loro, sono gli animatori più esperti e capaci a ricoprire questo ruolo fondamentale ma spesso invisibile agli occhi dei fan più casual.

Avendo quindi afferrato il concetto, quale sarà mai stato l’invisibile contributo dell’artista sul nostro adorato Fate Babylonia? Semplice, la Kouno conferisce a qualsiasi cosa le passi sotto mano un tocco unico e attraente, capace di, e qui citiamo le parole di Kevin del Sakuga Blog, “fornire a qualsiasi tipo di spettatore una ragione per innamorarsi del suo lavoro”. E questa sua qualità, questa sua “mano magica” non si riscontra soltanto nel suo lavoro di supervisione, bensì anche sul (purtroppo ristretto) numero di animazioni alle quali ha lavorato personalmente.
Però guai a far passare la nostra Kouno semplicemente come “quella dei personaggi super kawaii”, perché la verità è che siamo anche e soprattutto di fronte ad un’eccellente risorsa da mettere in campo per quanto riguarda l’azione, motivo per cui l’abbiamo vista ricoprire anche il ruolo di action animation director, ovvero un ruolo di supervisione dedito esclusivamente alla correzione delle animazioni delle scene d’azione.
Per quanto riguarda invece le animazioni propriamente realizzate da lei, non serve poi tanta attenzione per notare il perché Megumi Kouno riesca così bene anche in questo ambito, né per capire perché non ci sia da stupirsi del fatto che non stiamo facendo altro che tesserne le lodi. I suoi effetti, come il vento ad esempio, sono di ottima fattura, e le abilità già menzionate in precedenza, come quella nel character acting e nell’hair animation, sono tutte skill tutt’altro che inutili per un action animator. Qui sotto vi lasciamo due esempi di scene animate interamente da lei, una nel primo e una nel secondo episodio. Nel secondo episodio, la Kouno si è occupata di un pezzo (00:09-00:31) dello scontro fra Ana e Kingu.
Guardate che spettacolo le saette e i raggi che accompagnano l’attacco di Kingu, e subito dopo i rapidi ma precisi movimenti di Ana, che si destreggia in mezzo alla foresta digitale per schivare i colpi.
Passando a quella del primo episodio, quella secondo me più eclatante, questa volta ci focalizziamo sulla scena in cui Ishtar dà la caccia alle bestie magiche che minacciano Ritsuka e Mash.
Dopo uno spettacolare salto acrobatico, la dea ci offre una bella posa in primo piano nella quale assistere allo splendido movimento dei suoi capelli voluminosi, reso così realistico dall’elevata quantità di disegni chiave, prima di sparare raggi laser che fanno letteralmente scoppiare i nemici. Nei due cut successivi, abbiamo una chiara contrapposizione fra due degli aspetti che definiscono la dea della fertilità e della guerra: Ishtar appare semplicemente bellissima e splendente nella posa con cui scaglia i suoi attacchi nel primo cut, ma la testa mozzata della bestia ci ricorda quanto questa bellezza nasconda una potenza devastante.
Abbiamo quindi un calcio volante spettacolare con annesso atterraggio in fighissima posa plastica, e, colpo di grazia, aggiustatina di capelli stile Pantene e faccia sorridente, che trasmettono al contempo bellezza ma soprattutto fierezza di sé. Per citare le parole di Toshifumi Akai, “nonostante il suo outfit sia così succinto, Ishtar non viene mai erotizzata”, ed è proprio per questo che, ogni volta che la vediamo in azione, la sua magnificenza risplende di una luce abbagliante.
Insomma, il motivo per cui, come tantissime altre persone, siamo così innamorati di Megumi Kouno, è che è un’animatrice a tutto tondo, in grado di destreggiarsi egregiamente con qualsiasi tipo di soggetto e di trasmutare in oro qualsiasi cosa sulla quale metta le mani. E se anche in Fate Babylonia le occasioni per lei di prendersi direttamente la luce del palcoscenico non sono state tantissime, è anche grazie al suo lavoro dietro le quinte se l’anime ha potuto mantenere per tutte e 22 le sue puntate degli standard qualitativi incredibili.