Il vero artista basa l’opera sua sulla natura e soltanto da essa ritrae l’opera d’arte, nella quale trasfonde la sua individualità e il suo genio.
Auguste Rodin
Quella della musica è sempre stata una presenza tanto insostituibile quanto necessaria per l’uomo; così fondamentale da averlo accompagnato per centinaia se non migliaia di anni, riuscendo sempre ad adattarsi ai tempi e ai contesti culturali nei quali si è poi diffusa. Si potrebbe dire che la ricerca della musica è una necessità, situata nelle radici più profonde dell’animo umano, che spinge l’uomo a relazionarsi con essa in modo però diverso per ognuno. Tutto sta, in realtà, nell’approccio che ci lega al suo profondo – e a volte indigesto – messaggio. Ed è proprio questo l’argomento che Tonkatsu Dj Agetarou e Detroit Metal City si pongono l’obbiettivo di raccontare, fornendo però allo spettatore due visioni di questo rapporto davvero distanti (ma non per questo incompatibili) che cercherò di mostrarvi quest’oggi attraverso delle comparazioni. Paragonare queste due opere così opposte nel loro approccio alla musica è, in mia opinione, fondamentale in quanto permette al lettore di osservare le conseguenze che derivano dalle scelte dei protagonisti, e gli garantisce quindi la possibilità di sviluppare un’idea più completa sull’argomento e di elaborare la propria opinione personale con più serenità.
Questo breve commento sarà spoiler free, quindi nel caso non aveste visto i due anime in questione potete continuare tranquillamente con la lettura.
TONKATSU DJ AGETAROU
Chef al ristorante di famiglia di giorno, Tonkatsu DJ di notte- queste sono le identità di Agetarou, un normale ragazzo che scopre le incredibili similitudini che il suo lavoro allo Shibukatsu ha con il mondo della Club Music. Per diventare ciò che vuole, però, Agetarou dovrà affrontare prima di tutto le incredibili sfide della vita; tra amori impossibili, problemi familiari ed amici da aiutare, Agetarou si troverà a fare affidamento sulla musica come ancora di salvezza e come fonte d’ispirazione per la vita di tutti i giorni.
Oltre ad essere un ristorante famoso per il suo ineguagliabile Tonkatsu (トンカツ) e un punto di ritrovo per tanti clienti affezionati che ogni giorno si riuniscono a cena per condividere le loro esperienze giornaliere, lo Shibukatsu è anche il luogo nel quale Agetarou svolge il suo dovere senza farsi domande, imponendo a se stesso di diventare quello che Agesaku, figura a carico del ristorante e padre di Agetarou, ha sempre voluto fare di lui: il suo erede.

Nonostante l’assenza di passione nei confronti della cucina e il totale disinteresse verso l’attività del padre, Agetarou non perde la lotta contro la monotonia scaturita dalla sua dovuta presenza al ristorante, ma anzi si dimostra sempre allegro, pieno di energie e volenteroso di trovare un qualcosa che possa salvarlo dalla noia alla quale sembra esser stato condannato. La casuale, gradita, quasi immediata e motivante scoperta dell’EDM (Electronic Dance Music) riuscirà a colmare il vuoto che ha sempre avuto dentro di sé, trasformando gradualmente il suo iniziale interesse verso questo genere musicale in una passione a cui dedicarsi con tutto se stesso. Appena scoperto il fantastico mondo della Club Music, infatti, Agetarou inizierà ad accorgersi delle similitudini tra il lavoro del padre e quello del DJ Big Master Fry, dando inizio ad una serie di numerosi paragoni che, durante tutto l’arco della serie, gli mostreranno la realtà che lo circonda sotto una luce diversa, spingendolo a delle riflessioni importanti e guidandolo verso una nuova ed emozionante avventura.

Agetarou permette alla musica di invaderlo e concede al suo messaggio di cambiarlo e di attribuire un nuovo emozionante significato alla sua (prima noiosa) vita. Non si lascia spaventare dal cambiamento che questa sua scelta porterà e non ha paura di mettersi in discussione, ma anzi accetta questa sfida e si dimostra capace di assumerne le difficoltà proprio grazie all’aiuto della musica. Quello che riesce a costruire con essa è un rapporto di continuo scambio e di costante ispirazione che si riflette sulla sua vita e sulla sua quotidianità. Quotidianità che allo stesso tempo diventa anch’essa fonte d’ispirazione musicale e di motivazione che lo spinge ad andare sempre avanti nonostante le difficoltà. Quello che si viene a creare è un rapporto duale nel quale ogni cosa può ispirare l’altra e con il quale Agetarou riesce migliorare se stesso. Questo suo cambiamento in positivo attirerà l’attenzione e l’ammirazione di altri colleghi e permetterà ad Agetarou di fare nuove ed emozionanti amicizie che lo sosterranno e motiveranno a dare sempre il meglio di sé.
DETROIT METAL CITY
Souichi Negishi è un giovane timido e dall’animo gentile che si trasferisce da Ota a Tokyo per frequentare l’università. Il ragazzo sogna di diventare un musicista ma, non essendoci altre opportunità, finisce per diventare il cantante e compositore di un gruppo heavy-metal chiamato “Detroit Metal City”, scegliendosi come nome d’arte ” Johannes Krauser II”. Ogni volta che sale sul palco, stranamente, Negishi diventa una persona completamente diversa: urla volgarità, si comporta in modo osceno, ed inneggia alla morte dei suoi cari.
Le speranze di diventare un famoso cantante Pop che motivavano Negishi ad intraprendere il suo viaggio a Tokyo vengono infrante sin dal primo episodio dell’opera quando, al realizzare la sua attuale (per Negishi inaccettabile e temporanea) situazione, lo spettatore si chiede come abbia fatto un ragazzo timido, innocente e romantico a diventare una delle icone Metal emergenti più promettenti della capitale.

Il disperato bisogno economico e i continui rifiuti che gli hanno impedito di sfondare nel mondo Pop hanno costretto Negishi ad accettare il ruolo di Johannes Krauser II, personaggio che il nostro protagonista utilizzerà come valvola di sfogo per la sua frustrazione (causata dall’impossibilità di fare ciò che vuole) e che interpreterà, a suo avviso, fino al momento in cui potrà realizzare il suo sogno. L’evidente contrasto tra la sua apparente indole gentile ed il suo ruolo come cantante Metal non solo si dimostra sin dall’inizio un’incognita davvero importante per lo spettatore, ma si rivela anche essere la base su cui l’opera fonda il suo umorismo a tratti volgare, dissacrante e scorretto.

Condannato a rappresentare ciò che più è distante dai suoi gusti, la presenza della musica nella vita di Negishi è per lui inaccettabile, e il messaggio che con essa recepisce non tarda a diventare nocivo per la sua salute e a rivelarsi un vero e proprio ostacolo per il raggiungimento della felicità. La musica diventerà per Negishi il daily reminder di quanto patetica sia la sua vita e la rappresentazione di (quello che poco dopo si rivelerà essere) un aspetto della sua personalità che lui ripudia e con il quale ne lui ne i suoi familiari ed amici vogliono avere nulla a che fare. Essa si trasformerà nell’evidenza del suo fallimento e per tanto il suo peso diventerà presto impossibile da reggere. Ciò si tradurrà in svariati tentativi da parte di Negishi di abbandonare il Metal o di affermare i suoi gusti, che però non riuscirà mai a portare a termine. Seppur provi con tutto se stesso di negarlo, Negishi dovrà poi ammettere che Krauser è parte di sé e non un mero secondo aspetto della sua personalità; per questo separarsi da lui è semplicemente impossibile, non importa per quanto ci provi.

Essendo il mondo incapace di comprenderlo e la musica inefficiente nel raggiungerlo, Negishi non può che trovare l’ispirazione dentro di sé, terminando con l’elaborazione di testi Metal che rappresentano perfettamente il suo disordine interno. Rabbia e tristezza diventano il concime per la sua creatività e la base su cui si fonderanno i violenti testi dei DMC.
Due facce della stessa medaglia
Tonkatsu DJ Agetarou e Detroit Metal City riescono a fornirci due prospettive diverse ed interessanti sulla musica e sul suo impatto nella nostra vita attraverso i loro due protagonisti – dove Agetarou ne accetta il messaggio e Negishi lo rifiuta.
Sin dall’inizio le due narrazioni ci pongono dinanzi a due protagonisti che condividono lo stesso senso di incompletezza, dovuto da un lato all’assenza della musica e dall’altro alla sua sgradita presenza. Questo disagio ha in entrambi dei risultati diversi, spingendo Agetarou a cercare di colmarlo e Negishi ad ignorarlo perché necessario per raggiungere il suo sogno.
L’arrivo della musica si rivela essere una proposta di cambiamento che però soltanto Agetarou accetterà immediatamente, dimostrando di possedere il coraggio di mettersi in gioco e di remare contro se stesso e contro le convinzioni che hanno sempre condizionato la sua personale visione della cose. La proposta della musica è quella di un’avventura alla scoperta di se stessi e di una verità che per Agetarou è motivante mentre per Negishi risulta essere semplicemente inaccettabile e dolorosa.
Negishi rimane ancorato alle sue convinzioni e si rifiuta di investigare più a fondo sulla sua natura perché spaventato di guardarsi dentro.
Agetarou insegue la scia della musica perché convinto che con essa non possono che arrivare tempi migliori, mentre Negishi non fugge da essa soltanto perché rappresenta un sacrificio al quale deve necessariamente sottoporsi per realizzare il suo sogno.
La rottura di qualsiasi rapporto con la musica priva Negishi di numerose possibilità di crescita personale e professionale, complicando la sua vita in svariati modi.
Da un lato notiamo l’impossibilità di trovare ispirazione artistica se non dai suoi vecchi testi o dalla rabbia e tristezza che si generano dentro di sé a causa del rifiuto di un mondo nel quale ormai non si sente più il bevenuto se non nei panni di Krauser (che invece lo vuole distruggere), dall’altro l’assenza di un qualsiasi appiglio al quale reggersi e grazie al quale sollevarsi una volta inginocchiato dalle difficoltà della vita. Se Agetarou cade a causa delle difficili sfide poste dalla musica e allo stesso tempo si rialza grazie al suo sostegno, Negishi cade ed usa il Metal come valvola di sfogo; non come sostegno, ma come strumento per alleggerirsi.
Stilare un inutle Manuale su come convivere con la musica non è sicuramente l’obbiettivo di quest’articolo ne tantomeno quello delle storie che ho preso in considerazione in quest’occasione. Se c’è infatti proprio un messaggio che voglio trasmettere al lettore attraverso questa comparazione è proprio quello che non esiste una formula di successo uguale per tutti in quanto l’arte ha un significato diverso per ognuno di noi, e il differente approccio allo stesso argomento fornitoci dai due show ne è la prova. Ciò che però bisogna comprendere, e che spero d’esser riuscito ad evidenziare quest’oggi, è che con essa si presenta sempre una sfida il cui scopo è quello di generare un cambiamento nella nostra vita, e sta a noi decidere se accettarla o meno.
Quella di Tonkatsu DJ Agetarou è una visione ottimistica della relazione tra l’uomo e l’arte e del rapporto che questo ha con la sua personale sfida, e riesce a mostrarci in modo sbalorditivo gli staordinari benefici che l’uomo può ottenere facendosi carico dei propri limiti mentali. In Detroit Metal City, invece, veniamo posti dinanzi ad una rappresentazione più negativa e pessimistica del rapporto uomo-musica; una rappresentazione in cui possiamo accorgerci di quanto viziato possa divenire questo rapporto se basato su delle fondamenta marce o su un atteggiamento indeciso nei confronti dell’arte -che ne accetta soltanto i lati positivi ignorando quelli negativi.
Scegliere il modo in cui approcciare questo difficile percorso non è sicuramente la più facile delle decisioni, ma sono sicuro fare da testimone all’avventura di Agetarou e Negishi possa fornire tantissimi spunti interessanti. E voi? Quale dei due volete essere?